….a proposito di studi professionali



di Morena Ottaviani
Buongiorno. Ho appena terminato di leggere con attenzione nella pagina “Suggestioni” la vostra puntualizzazione delle caratteristiche dello studio professionale del professionista sanitario della riabilitazione. La mia domanda è: a chi denunciare le realtà che non corrispondono egli effettivi requisiti dello “Studio professionale”?
Lavoro ormai in ambito ambulatoriale privato accreditato da oltre 15 anni, ed in questi anni sto osservando una crescente realtà molto preoccupante rappresentata dalla continua apertura di ambulatori completamente gestiti da fisioterapisti, senza nemmeno l’ombra né di un fisiatra né di un qualsivoglia medico. Oltre a ciò, non dimentichiamoci che l’attuale ordinamento universitario consente a questi fisioterapisti di avvalersi del titolo di “Dottore”, la qual cosa crea indiscutibilmente una confusione di ruoli negli utenti. Gli Istituti dove lavoro devono sostenere i costi relativi la presenza di una Direzione Sanitaria ed il mantenimento degli standard di qualità richiesti dalla Regione di appartenenza e dalla ASL con la quale sono convenzionati. Invece questi pseudo-studi professionali possono ridurre al minimo le spese e, nonostante ciò, indurre gli utenti a credere di accedere ad un servizio completo, con un Medico come referente. Sappiamo tutti che sono tantissime le sentenze che hanno sancito che il Fisioterapista deve prestare il proprio operato solo su indicazione del Medico Specialista, ma altrettanto bene sappiamo che nell’istante in cui un utente afferisce ad uno di questi studi (ripeto, il più delle volte, credendo di avere a che fare con un medico!), il Fisioterapista di turno non esita a proporre e spesso realizzare un progetto riabilitativo di sua iniziativa, magari anche suggerendo indagini diagnostiche o –peggio ancora- terapie farmacologiche. Ora, se è vero che questo aspetto è spesso difficile da provare (a meno di indagini da Striscia la Notizia), è facilmente dimostrabile che non corrispondono assolutamente alle caratteristiche dello “Studio” professionale, dal momento che impiegano dispositivo medici, sono strutturati in ambienti con diversi box e spazi adibiti a palestra, e sono spesso frutto di associazioni di più terapisti.
Credo fermamente che in una struttura dove vengono svolte attività sanitarie, sia indispensabile la figura del Direttore Sanitario. Credo fermamente che la chiarezza dei ruoli sia fondamentale sempre, ma soprattutto dove si gioca con la salute delle persone. E sinceramente, sono stanca di sentirmi dire che “Fisiatra e Fisioterapista sono la stessa cosa, no?”. “Si, certo! Dopotutto, 7 anni di Università in più, cosa vuole che siano!” è la mia solita risposta.
Ho ricevuto una vs. mail ed ho guardato il vs. sito. Così ho deciso di esprimere il mio disappunto sulla vicenda di cui sopra. E’ fondamentale difendere la nostra categoria e la nostra Specialità, che soprattutto nel contesto Privato Accreditato viene così scandalosamente messa in discussione. Se non ci muoveremo in tale senso, se non alzeremo la testa gridando a gran voce che siamo Medici e Specialisti, temo che presto la nostra figura verrà’ lecitamente e nemmeno troppo lentamente sopraffatta. Amo il mio lavoro. Amo la mia disciplina. Per favore, cerchiamo di unirci per difenderla.
M. Ottaviani
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  1. Non posso che condividere ciò che la collega afferma.
    Sono arrabbiata demotivata e umiliata .

  2. Bisognerebbe far rilevare ai fisioterapisti , che tanto si lamentano per il problema abusivismo , che l’abusivismo stesso alberga anche all’interno dei loro studi….

  3. Rabbia, demotivazione ed umiliazione. Ti capisco Serena ma non diventare per favore mai rassegnata come tanti nostri colleghi che stimo perchè la nostra specialità non lo merita. Sono certuni che la calpestano per interessi personali o per superficialità ed assenza di capacità strategiche ma mai rinunciare alle proprie idee sapendo accettare anche le critiche ed i sorrisini malevoli

  4. Cara Collega condivido e comprendo la tua rabbia, da quando sono stato eletto segretario nazionale Simfir Mi sto prodigando affinché a tutto ciò si possa porre fine . Purrtoppo non c’è attualmente una normativa chiara ed efficace che possa portare alla chiusura di studi professionali di fisioterapisti, osteopati, chiropratici , e altro…, che trasformano i loro studi professionali in veri e propri ambulatori di fisioterapia , a dispregio dei requisiti minimi strutturali e quelli ulteriori di qualità previsti dalla norma attualmente vigente, abbiamo proposto e depositato al Ministero una bozza di decreto che stabilisca il netto confine tra studio professionale e ambulatorio di fisioterapia speriamo venga fatta una legge che possa fare chiarezza.. SALVATORE CALVARUSO

    1. Caro Collega, ti sarei veramente molto grata se mi mostrassi la bozza di Decreto cui fai riferimento. Credo di poter coinvolgere il buon Uliano dicendoti di fare pure riferimento a lui per avere i miei contatti. Ripeto, mi farebbe molto piacere leggere il testo……

  5. Cara Serena, non conosco la tua età, ma “a naso” direi che sei una giovane collega. Allora, dato che credo di avere qualche anno di esperienza in più, credimi se ti dico che mi fa piacere averti fatto arrabbiare. Questo è lo scopo con cui ho scritto d’impulso le parole che hanno provocato in te questa reazione. La Rabbia, quella costruttiva e propositiva, dovrà essere il motore che ci farà finalmente uscire da quella che il collega Ulliano chiama efficacemente “cloroformizzazione” e che ci intrappola da …….be’ da sempre, direi. Comunichiamo di più tra di noi. Realizziamo che non siamo gli unici che credono ancora che “sporcarsi le mani” VISITANDO i pazienti sia l’unico modo per fare il nostro lavoro. Potrei continuare con tanti esempi che dimostrano l’esistenza di altri Colleghi che lavorano con la nostra stessa passione, semplicemente ispirandomi a quanto si può leggere qua e là in questa pagine che tre colleghi “visionari” hanno intelligentemente creato. Rendiamoci conto che come noi, tanti altri Colleghi credono fino in fondo al nostro lavoro ed alle sue valenze. L’importate è riuscire ad aggregarsi in modo da rendere coro una flebile voce.
    Quindi arrabbiati, cara Serena. Arrabbiati tantissimo. Ma non sentirti né demotivata né umiliata, perché noi siamo i Fisiatri. Siamo quelli che devono da sempre combattere con il tentativo di umiliarci da parte di chi ci considera “gli specialisti mancati” (ortopedici o neurologi che siano). Perché se abbiamo deciso di essere quello che siamo è perché abbiamo capito noi per primi l’importanza e la necessità del nostro ruolo, e nessuno potrà mai arrogarsi il diritto di convincerci dell’opposto.
    E non sentirti demotivata, cara Serena. Perché il nostro essere Fisiatri si oppone nel profondo a questa condizione. Passiamo la vita a cercare di insegnare ai nostri pazienti come sfruttare tutte le capacità residue per conquistare la “miglior condizione possibile”, e questo implica che la demotivazione non può albergare nel nostro essere.
    Quindi arrabbiati, cara Serena. Anzi, arrabbiamoci tutti nel constatare che da tanti fronti il nostro ruolo viene messo in discussione. Per troppo tempo ci siamo defilati, in modo magari un po’ snob, non ritenendo importante spendere qualche minuto della nostra vita per chiarire la differenza tra Fisiatra e Fisioterapista o per illustrare le molteplici capacità specialistiche diagnostiche che il Fisiatra possiede. Non è stata una scelta felice. Decisamente. Ma può non essere una scelta definitiva. Si può cambiare rotta ed iniziare a mettere i puntini al loro posto. Anzi, si deve cambiare rotta.

  6. Cara Morena
    Hai perfettamente ragione e condivido tutto quello che dici.
    Una rabbia distruttiva distrugge solo noi stessi mentre quella costruttiva ci deve aiutare a trovare condivisione su argomenti indiscutibilmente giusti, ovvero IL RUOLO DEL FISIATRA che spesso non viene riconosciuto. Però solo ribellandoci al cloroformio ed alle comode posizioni di establishment , queste idee prevarranno. É faticoso decidere con la propria testa e poi agire coerentemente ma da noto pessimista questa volta voglio essere ottimista.

  7. Buon pomeriggio colleghi,
    leggo con piacere il disappunto di Michela e mi associo al suo grido di rivendicazione dei nostri diritti professionali. Il “sottobosco” di figure professionali che ci circonda evidenzia quanto queste appaiano frustrate, probabilmente per non essere riuscite a coronare il sogno di diventare medico, e celino dietro ad un tanto svalutato titolo di dottore, che tra l’altro in genere scrivono a caratteri cubitali nelle loro insegne, le loro insicurezze e le loro lacune.
    Sia io che mio marito siamo Fisiatri e come direttori sanitari di centri di riabilitazione spesso la sera ci troviamo a discutere di quello che i “nostri” fisioterapisti o fisio di altre sedi hanno fatto in giornata o meglio nei giorni in cui non eravamo semmai presenti in sede e vi assicuro che ne escono fuiri sempre delle belle. Bele per odo di dire, considerando che alla fine dei conti poi se succede qualcosa la responsabilità ricade su di noi. Per aggiungere ieri sera leggevo un testo, peraltro, acquistato da poco dove tutto il percorso riabilitativo anche pre e post operatorio ruota intorno alla figura del riabilitatore, il medico fisiatra non viene MAI mensionato, la definizione di fisioterapia di Wikipedia (allegata)
    La fisioterapia (dal greco Φυσιο = naturale e θεραπεία = terapia) è una branca della medicina che si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione dei pazienti affetti da patologie o disfunzioni congenite o acquisite in ambito muscoloscheletrico, neurologico e viscerale attraverso molteplici interventi terapeutici, quali: terapia fisica, terapia manuale/manipolativa, massoterapia, terapia posturale, chinesiterapia e altre. La fisioterapia è praticata dal professionista laureato in fisioterapia (Dottore in Fisioterapia), appartenente alla classe delle professioni sanitarie della riabilitazione.

    Il fisioterapista esercita le proprie competenze con titolarità e autonomia professionale, in ambito libero professionale oppure in contesto di équipe multidisciplinare insieme a laureati in medicina e chirurgia e/o ad altre professioni sanitarie…. incentra tutto il percorso nella figura del fisioterapista che può lavorare in autonomia o in equipe insieme a laureati di medicina e chirurgia??? e/o altre professioni sanitarie??? ma è uno scherzo o cosa??? io penso che DOBBIAMO unire le forze e scardinare questo insulso sistema che ci scredita e ci accantona a favore di altre figure professionali fondamentali si ma alle quali è stato dato troppo e troppo spazio gestionale e decisionale.

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