SENTENZA CONSIGLIO DI STATO: la Sardegna 13 mesi dopo



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In un recente viaggio nella bella  terra di Sardegna, ho avuto il piacere di incontrare amici e colleghi con cui ho vissuto ed ho condiviso, piú di dieci anni fá, le vicende professionali collegate alla situazione rrelativa agli studi professionali dei fisioterapisti e che diede origine al nostro ricorso al TAR, esitato poi  nella nota Sentenza del Consiglio di Stato del dicembre 2017.

Cosí  scriveva, tra laltro,  13 mesi fa,  il Consiglio di Stato a proposito degli studi dei fisioterapisti e della loro relativa autonomia :

…..””Innanzitutto, l’entità di tale autonomia ( fisioterapisti ) va precisata, nel duplice senso che essa può esplicarsi solo nell’ambito del profilo e delle competenze professionali proprie del fisioterapista e, comunque, in rapporto con le diagnosi e prescrizioni di stretta competenza medica, cioè all’interno di una preliminare individuazione del problema clinico e del tipo di risposta riabilitativa necessaria, oltre che della verifica dei risultati

Proprio facendo riferimento ai parametri normativi sopra richiamati, questa stessa Sezione ha già ritenuto che:
(i) la normativa statale in materia riabilitativa attribuisce al medico un ruolo di centralità e di responsabilità nel percorso terapeutico nell’area della riabilitazione;

(ii) nel sistema sanitario vigente le funzioni del fisioterapista sono meramente esecutive rispetto a quelle del medico fisiatra, al quale spetta la definizione del programma riabilitativo del singolo paziente e la predisposizione dei singoli atti terapeutici, di cui resta responsabile, anche se la loro esecuzione è frutto del lavoro di un’equipe della quale fa parte anche il fisioterapista;

(iii) l’art. 1, comma 2, d.m. 14 settembre 1994, n. 741, va inteso nel senso di consentire al fisioterapista di prestare la propria attività, prendendo a riferimento le diagnosi e le prescrizioni del medico, sia autonomamente che in équipe, ma solo in funzione esecutiva delle prescrizioni mediche;

(iv) non possono ritenersi lesive delle competenze professionali del fisioterapista le delibere regionali che abbiano previsto che l’accesso alle prestazioni riabilitative erogate dal S.s.n. avvenga sotto il controllo di un medico fisiatra, non solo per il profilo della individuazione della terapia, ma anche della sua esecuzione (Cons. Stato, sez. III, 12 febbraio 2015, n. 752). …………..Per quanto esposto, desumere da una generica postulazione di autonomia professionale l’automatica abilitazione dei fisioterapisti all’utilizzo di metodiche strumentali – senza adeguata motivazione – risulta manifestamente illogico, se non previa definizione di un uso di tale strumentazione rapportato agli interventi e alle competenze appropriate all’ambito professionale proprio del fisioterapista”

Entro dieci mesi dalla Sentenza, la Regione Sardegna avrebbe dovuto mettere mano e modificare la ppropria deliberazione, che apriva e di fatto ha messo in essere  le convenzioni  dirette con tali studi.

Immaginavamo, ma  eravamo ottimisti, che, da un lato la Regione avesse provveduto nei tempi ordinati dalla Sentenza e che, dallaltra, ci fosse stata una programmazione di attivitá sindacali in grado di lanciare una piattaforma realizzabile, nelle sedi politiche, istituzionali,  professionali e scientifiche tali da incidere profondamente sul quotidiano della professione. Un risveglio di cuori e menti che non ignorasse un momento cosí unico e che fosse in grado di prendere iniziative forti. In pratica quello che una volta si chiamava fare politica sindacale , con un linguaggio che oggi, me ne rendo conto anche io, appare un pó vintage.

Niente, su tutti i fronti.Niente.

Ma, udite udite, la Regione non solo é stata inadempiente, ma  ha fatto di piú: un preziosismo amministrativo, con cui  ha rinnovato a tre studi professionali di fisioterapisti, la convenzione diretta ed il relative budget!!!!  E purtroppo non basta dire che i dieci mesi previsti dal Consiglio di Stato per mettere le cose a posto  ancora non erano trascorsi al momento del rinnovo, perché questa scelta dice molto di piú:  la dice lunga sulla volontá e sull’aria che si respite tra gli amministratori regionali. 

Quella sera con I miei amici , vi confesso, che il buon vin, il buon cibo ed il sapore selvaggio del Mirto, oltre che il calore dellamicizia, mi addolcirono molto la pillola di questa notizia scandalosa . Ma mi é bastato svegliarmi al mattino dopo, per capire che la situazione é davvero grave.

Un argomento che non interessa? Forse non interessa e non é motive di dibattito  nei corridoi delle Universitá e degli Ospedali o dei Distretti sanitari. Forse non interessa i soloni della Riabilitazione.. Ma, vi assicuro, interessa  chi vede usurpato il proprio spazio professionale da chi opera tra abusivismi, finti specialisti ed indefiniti dottori, che son bravi a fare, magari nel proprio sottoscala, trasformato in studio con una semplice autorizzazione comunale, tutto quello che bisogna fare, per legge e per scienza, in ambienti protetti, garantiti professionalmente e con controlli  e regole bem precise, come é prescritto ai Centri ambulatpriali di medicina fisica e riabilitazione. Con buona pace di Pazienti spesso ignari ed inconsapevoli.

Adesso qualcuno, immaginiamo, scriverá   una diffida, magari qualche incontro in piú ed un importante position paper , ma non basta piú. Un avvocato non fá un Sindacaato.  Cari amici purtroppo non basta piú. Ma noi vogliamo continuare ad essere ottimisti, nonostante tutto e nel ricordo di quella bella serata, trascorsa in Sardegna, con gli amici di un tempo. Speriamo di farcela!

Domenico Uliano

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  1. Questo articolo ha ragioni da vendere .
    Sono ragioni storiche e purtroppo cicliche ( d’altra parte è vero che la storia si ripete ) .
    Non più tardi di qualche settimana fa , visitando a domicilio una paziente con esiti di intervento chirurgico di stabilizzazione vertebrale , ho scoperto che un ( masso ) fisioterapista le aveva precedentemente eseguito una discreta serie di infiltrazioni al ginocchio…E che lo stesso ( masso ) fisioterapista , nel suo studio , utilizza costantemente un’ecografo per valutare le condizioni cliniche dei pazienti in corso di trattamento ( …ha l’accortezza di non redigere referto però..) .
    L’abusivismo di cui i fisioterapisti si lamentano nei confronti dei massofisioterapisti , degli osteopati , degli stregoni , etc…in una discreta parte dei casi è perpretato da loro stessi nel tentativo ( a volte riuscito ) di sostituirsi al medico .
    Una parte di colpa per quanto concerne questa situazione ce la dobbiamo comunque caricare sulle spalle noi…Spesso troppo concentrati sul nostro orticello ( alla fine poi diventato sempre più piccolo )….a volte poco inclini a ‘sporcarci’ le mani con l’esecuzione di terapie manuali… Per non parlare dell’orrore che abbiamo sempre provato nel gestire in prima persona le varie terapie fisiche strumentali sul paziente .
    E cosi noi abbiamo perso terreno sul versante terapeutico ( comunque di nostra competenza , qualunque esso sia ) e gli altri hanno guadagnato impropriamente spazio addirittura sul versante diagnostico .
    Anche questo ha contribuito a far soffiare il vento in un certo modo , per quanto riguarda gli orientamenti di politica sanitaria .
    Se poi aggiungiamo il delirante impoverimento culturale e politico generale ( proposte di abolizione del valore legale del voto di laurea / sanatoria di figure professionali senza titoli di studio specifici per lo svolgimento della professione…etc…) , allora si capisce che la frittata è ( forse ) fatta .
    Difficile dire che fare….
    Le battaglie politiche e legali vanno continuate in ogni sede .
    Amplificare poi lo sviluppo della propria professionalità , facendo capire al paziente che possiamo essere il vero ( e a volte unico ) punto di riferimento delle loro problematiche cliniche e funzionali .

    1. Concordo pienamente con quanto detto dal Dr. Scocchi quando si parla di colpe di alcuni medici fisiatri nel passato (e spesso anche di alcuni attualmente): delegare sempre i trattamenti, sia manuali che strumentali, hanno impoverito una figura medica che per definizione è un riabilitatore, l’unico specialista medico che di quella roba lì ne capisce.
      La fisioterapia fa parte della fisiatria: non bisogna dimenticarlo; e noi siamo specialisti in Fisiatria, in riabilitazione. Quindi in ambulatorio ad esempio, dopo aver effettuato accurata anamnesi del paziente, occorre rimboccarsi le maniche e fare il giro della scrivania per andare al lettino eseguendo l’esame obiettivo e trattando il paziente. Siamo medici, siamo terapeuti, siamo riabilitatori!

  2. Certo se persino una sentenza di questo valore e rilevanza giuridica può esser “sbeffeggiata” dai comportamenti di una pubblica amministrazione con spreco anche di soldi pubblici ,ci domandiamo cosa potrà ancora accadere nella via verso il Caos : l,unico parametro e l’appartenenza politica ( ma potremmo dire mafiosa?).
    I diritti e doveri della convivenza civile,la tutela della qualità delle prestazioni da garantire a cittadini e disabili,il rispetto dei curricula di formazione ( regalati e pahati da leggi dello stato) dove sono finiti??
    Al di la del merito specifico è senza dubbio un fatto di gravità enorme e di valenza nazionale bel al di là della Riabilitazione e della Sanità .
    C’è qualcuno che pensa di avere il dovere di fare qualcosa?

  3. Allibito, stupefatto e senza parole !!!
    Possibile che la SIMFER non sia in grado di agire in alcun modo a tutela dei Suoi iscritti ?

  4. Condivido pienamente le tue parole, caro Domenico. Tuttavia mi vedo costretta a farti notare che la Sindrome di Cenerentola continua ad affliggere la nostra categoria. È sicuramente grave che, nonostante una sentenza chiara ed inequivocabile, siano stati confermati dall’ amministrazione sarda i budget attribuiti agli studi di fisioterapia privi del Fisiatra. È altrettanto grave che nessun organo ufficiale dei Fisiatri sia di fatto intervenuto nella vicenda, ma si sia limitato ad attribuirsi meriti per i risultati di azioni intraprese da altri. È infine gravissimo che nessun organo dei Medici sia intervenuto sulla vicenda. Riporto il titolo di un articolo letto recentemente: “A Treviso il primo ospedale senza medici: l’ANAAO ricorre al TAR”. Ma dove erano tutti quando sono stati autorizzati questi Ambulatori di riabilitazione senza Medici? Dove era l’ANAAO? E dove era il nostro sindacato quando i budget sono stati riconfermati? Mi impegno per essere attenta e rimanere informata nel mio lavoro, sia per quanto riguarda la clinica sia per gli aspetti amministrativi e politici, tuttavia devo confessare che se non fosse per le pagine di questo sito, non avrei avuto questa notizia. Come mai un reparto a gestione infermieristica scatena !e reazioni di tanti mentre uno studio di riabilitazione “fuori legge” lascia tutti indifferenti? Ma proprio tutti: anche coloro che dovrebbero occuparsi della tutela della categoria di Medici e della specialità di Fisiatri. Dove erano i nostri paladini? Con la testa tra le nuvole o affondata nella sabbia? E quel che è peggio mai una volta che qualcuno di questi personaggi ammetta una distrazione o un insuccesso o un necessario compromesso: manco la fatica di inventarsi una scusa……

  5. Cari Colleghi
    queste sono le . . . . . brutture (?) alle quali dovremmo essere avvezzi ma non domi!!!!
    Nel lontano, ormai, 1993, io ed altri Colleghi, giovani specialisti e specializzandi, mettemmo mano ai nostri portafogli e facemmo causa alla . . . .Regione Lazio.
    Peche’??
    Perche’, secondo la Regione Lazio, qualsiasi medico, con esperienza lavorativa comprovata (da chi?) di quattro anni nei centri convenzionati di fisioterapia avrebbe potuto assumere la carica di Direttore Tecnico!!!!!!
    Ve la faccio veramente breve. Non fu per niente facile!!! Osteggiati anche da alcune nostre componenti (!!!) ma, alla fine è, comunque, dopo anni, come molti sanno, VINCEMMO!!!!!!!
    E questo, dissero i giudici del TAR, perche’ la figura dello specialista in questione, cioe’, il FISIATRA era a garanzia della tutela della salute del cittadino.
    Sai bene anche tu, molti anni dopo,, Domenico, quando eri presidente del Simfir, ed io componente del Simfir nazionale, di come ci si sia adoperati affinche’ quanto deciso nella Regione Lazio sia poi diventato di valenza Nazionale.
    Orbene, quanto sopra non e’ per auto incensarmi ma solo per dire che bisogna stare sempre “sul pezzo”, che siamo obbligati a farlo!!! Altrimenti ci cancelleranno.
    E da soli o con il Simfir (regionAle o nazionale) dobbiamo far valere i nostri sacrosanti diritti!!
    Lo so, è una lotta costante e logorante, per certi versi, ma che non fa altro che irrobustirci e renderci sempre più resistenti alle varie intemperie.
    Claudio Puglisi

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