Nuove delibere Regione lombardia e…… il sonno di qualcuna



di Cesare Cerri

La Regione Lombardia sta progressivamente licenziando piani diagnostico terapeutici per varie patologie ed è in fase di prossima approvazione la delibera regionale su GOVERNO DELLA DOMANDA: INDICAZIONI PER L’AVVIO DELLA SPERIMENTAZIONE DI PERCORSI DI PRESA IN CARICO RIVOLTI A PAZIENTI CRONICI, FRAGILI, POLIPATOLOGICI E AD ALTA COMPLESSITA’ CLINICO-ASSISTENZIALE (pe rchi ne volesse il testo completo lo può trorvare al seguente link http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato6948048.pdf). La delibera prevede l’attivazione di modalità organizzative innovative di presa in carico del paziente cronico e fragile, in grado di integrare le risposte ai bisogni della persona in condizione di cronicità, garantendo continuità nell’accesso alla rete dei servizi e appropriatezza delle prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali, assicurando anche l’integrazione e il raccordo tra le diverse competenze professionali coinvolte sia ospedaliere, sia territoriali, sia sanitarie che sociosanitarie e sociali; la necessità di attivare, anche con progressiva e graduale messa a regime, modalità innovative di presa in carico del paziente, adottando un sistema di classificazione delle malattie croniche in categorie clinicamente significative e omogenee, cui corrisponda una modalità di remunerazione omnicomprensiva delle prestazioni necessarie per la corretta gestione dell’assistito. In sintesi una volta definiti i livelli di intervento cui corrispondono 5 situazioni clinico-assistenziali si attua la programmazione personalizzata del percorso di cura attraverso un Piano Assistenziale Individuale (PAI). A tale scopo è fondamentale disporre di Piani diagnostico terapeutici (PDTA) per patologie croniche ad alto impiego di risorse. Il primo di questi piani è stato recentemente approvato e riguarda la Sclerosi multipla. Come facilmente si può comprendere lo specialista in medicina riabilitativa dovrebbe avere un coinvolgimento non marginale in questa situazione, basti pensare che il livello 1 nella bozza di delibera viene definito come “Fragilità clinica e/o funzionale con bisogni prevalenti di tipo ospedaliero, residenziale, assistenziale a domicilio”. I PDTA in questo contesto diventano lo strumento attraverso cui il fisiatra può mettere a disposizione la propria professionalità oppure essere escluso e/o marginalizzato nel caso il suo intervento non sia previsto. Il PDTA per la Sclerosi Multipla è un chiaro esempio di quest’ultima soluzione, non a caso nel gruppo di tecnici che hanno prodotto il testo non mi risulta che vi fossero rappresentanti della SIMFER (o se ce ne erano i soci non ne erano al corrente quindi non sono in grado di dire se dormivano o in tutt’altre faccende affaccendate il lor cervello fosse…): un paragrafo descrive la possibilità che a giudizio del neurologo possano essere svolte attività riabilitative e questo è tutto.
Penso sia importante che l’occasione offerta dalla futura delibera non vada sprecata e quindi è fondamentale che nella determinazione dei PAI ci si attivi per fornire le nostre specifiche competenze, oltre a questo livello “individuale” occorre che anche il livello “istituzionale” sia presidiato e che a livello di PDTA ci si attivi per essere presenti in modo trasparente al livello regionale, non è certo attraverso il rapporto personale col dirigente o l’assessore che si può costruire la visibilità del nostro operato. Quanti sono presenti nei vari tavoli regionali dovrebbero renderlo noto ai soci, come già chiesto da più di un anno sia in sede di segreteria regionale che di assemblea in modo da poter collaborare per produrre documenti che possano servire anche da esempio ad altre realtà regionali.
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