Tanti auguri Presidente



C’è solo una finestra chiusa 
e tutto il mondo fuori; 
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto 
se la finestra si aprisse, 
che mai è quello che si vede 
quando la finestra si apre.

 

Con buona pace di Pessoa, noi ci  speriamo ancora e da quella finestra vogliamo tornare a vedere lo scenario di un tempo: inclusivo e trasparente, aperto a tutti. Bhe si pensiamo ancora di ricostruire un sogno, riaprendo quella finestra. In questi ultimi anni avevamo smesso di immaginare uno scenario migliore per i nostri colleghi. Sconfortati dalle piccole furbizie di chi sta lí un pó defilato a far finta di non esserci perché alla fine ormai conta solo piazzare qualche  rampolla o forse per l’altro: quello tanto bravo a sparar sentenze ed a collezionare affari.

Noi invece ci speriamo ancora.Siamo scesi di numero, in tre anni non sono bastate le sanatorie ed i prezzi da discount; purtroppo i colleghi sono disincantati: nessuno fa piú le battaglie di un tempo, tuttti sorridenti, tutti amici, tutti 2.0 ed intanto gli iscritti scendono e fra poco , continuando cosi, resteranno solo i soldatini telecomandati via porta USB.

Ma noi ci speriamo ancora e siamo pronti a dare una mano e saremo inflessibili contro chi fará finta che tutto va bene. Non siamo mai stati gufi, ma non ci teniamo a passare per pappagalli imbalsamati.

Noi ci speriamo ancora e vogliamo una Societá  che torni ad essere un croggiuolo di idee, che si segga ai tavoli come un tempo, sapendo quando bisogna battere i pugni per difendere le proprie ragioni, che preferisca la trasparenza ai giochi di bottega, e preferiamo i colleghi che lavorano e che sono orgogliosi di essere fisiatri a quelli che parlano di tutti e di tutt.

Caro futuro Presidente contiamo su di te. Perche sono pochi quelli su cui potremo contare. Non c’è molto da scegliere e c é poco da inventarsi. Bisognerá ripartire dal Piano di indirizzo: il piú importante e  positivo traguardo raggiunto negli ultimi anni ed evitare di buttar soldi in biglietti di business class: i nostri amici americani facevano scalo ad Amsterdam, con uun bel ticket in economy!

Bisogna tornare a quei tempi con fatti concreti e meno brillanti comunicazioni del nulla che non cé’.

Caro futuro Presidente noi ci saremo……per ttutto questo.

 

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  1. con la speranza che il prossimo presidente sia un presidente con la P maiuscola e che il direttivo che lo affiancherà inizi con la D maiuscola mi associo al bisogno di noi fisiatri di ritornare ai tempi delle condivise iniziative che vedevano crescere ogni momento lo spessore della nostra società scientifica e dei suoi iscritti.
    Raffaele

  2. Leggo con interesse quanto colleghe e colleghi scrivono su http://www.fisiatriaitaliana. Sono dell’avviso che parlare apertamente ( anche aspramente, ma nel rispetto) sia ormai prerogativa di pochi.Trovo anche che certe lettere siano “ingenue e poco politiche”, appellativi con i quale piu’ volte sono stato etichettato da alcuni vertici SIMFER, e dei quali tuttavia mi onoro. Vivo con disincanto questa fase elettorale e con rimpianto alcuni ardori giovanili nella SIMFER. Lontani i tempi di gruppi combattivi ed affiatati ; lontani i tempi delle idee senza le quali non nascono azioni nè per noi nè per i nostri pazienti.
    Continuo a ricevere mail sull’invito a votare e a produrre schede di delega. Da due anni non pago la quota e non la pagherò in vista del congresso. Perchè non ho condiviso quanto altri meglio di me hanno espresso e sarebbe ipocrita iscrivermi per votare. Ascolterò quanto la dirigenza attuale avrà da dire, quanto diranno i candidati. Poi starò a vedere. Se il caso riformulerò la richiesta di diventare nuovamente socio SIMFER.. e ripartirò da zero.

  3. Contenuto e stle da condividere in pieno: l’ottimismo della volontà e la forza dell’impegno professionale che sono sempre stati nella “SIMFERITE”che ha fatto crescere la nostra Società! Qualcuno la ricorda ancora?
    Speriamo !!

  4. Altrimenti che senso ha ricordare Carlo Bertolini o Pasquale Pace ?

  5. Tanti auguri Presidente. Da appassionato di musica, oltre a Pessoa credo sia necessario citare Jim Morrison, cantante dei Doors, che disse una frase simile a chi gli chiedeva da dove saltasse fuori il nome del Complesso (The Doors): …”ci sono porte che si aprono e porte che si chiudono, in mezzo sono le percezioni”. Si riferì al titolo di un libro di Aldous Huxley (Le porte della percezione) il quale a sua volta lo prese in prestito da un verso di William Blake: “Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito”. Già…altro che finestre. Spero di non aver irritato i più per queste citazioni ma credo che, non volendo citare il passato, il prossimo Presidente debba proporsi con un’alchimia iniziatica in cui la combinazione di trasparenza, partecipazione ed informazione siano gli elementi essenziali di ogni sua azione e che le stesse siano il risultato finale di un processo di conoscenza che inizi con “l’epidemiologia fisiatrica”. I bisogni e le criticità vissute da tutti noi, dipendenti del sistema pubblico o privato accreditato, specialisti convenzionati o libero-professionisti, ospedalieri o territoriali, che quotidianamente ci troviamo a confrontarci con un Piano di indirizzo per la Riabilitazione molto spesso inattuato, sia sul piano strettamente scientifico che su quello strettamente organizzativo. Il Progetto Riabilitativo è scienza. Si faccia avanti chi è in grado di attuarlo nella sua completezza, nel profilo sanitario, sociosanitario e sociale, nelle modalità organizzative, nella valutazione del “prodotto” finale. Recentemente un Collega specialista ambulatoriale (toscano) mi ha scritto: “…per cui faccio visite cup ogni 15 minuti, prescrivo prestazioni, non ho mai fatto una riunione di team. Che cxxxx avete mai fatto per me o per chi come me è vessato e annichilito da obblighi contrattuali e da direttive del distretto che non sanno cosa sia la disabilità….”. la frase esemplificativa era rivolta a me in quanto rappresentante SIMMFiR. La rimetto al prossimo Presidente, con la convinzione che il reclutamento fiduciario dei potenziali nuovi soci SIMFER e il recupero di chi ci ha abbandonato passi da questa stretta porta (di risposte ai bisogni). Diversamente, date anche le aspirazioni delle persone con cui quotidianamente lavoriamo, non sarà una decrescita felice. Vorrei infine, a scanso di equivoci, esprimere un mio parere, in maniera lapidaria, verso il lavoro prodotto dal nostro ancora attuale Presidente: mancò la fortuna non il valore.
    Presidente, oltre allo studio dei neurotrasmettitori sinaptici, cura anche rifornimenti e retrovie. Buona fortuna per il prossimo triennio.

  6. Caro Presidente
    Ho letto con grande interesse le parole di Domenico, sempre molto attento e finemente incisivo sulla strategia, e non dimentico il tuo commento all’inizio di questa nostra avventura editoriale, che ha come unico scopo quello di dare un ulteriore spazio ai fisiatri di esprimersi e di informarsi.
    Come sai bene, fin dall’inizio della tua avventura presidenziale, ti dissi amichevolmente che avrei votato per Calogero e così ho fatto ma con la stima che ho avuto sempre nei tuoi confronti ti rinnovo l’augurio di BUON LAVORO perché abbiamo bisogno di finestre o porte aperte. In sei anni la mia simferite è diventata quasi simferosi ma resto comunque sempre più convinto della bontà e grande utilità del lavoro dei fisiatri e della necessità di creare aggregazioni, come è sicuramente la SIMFER.
    Apprezzo il link a questo nostro sito (forse alcuni soci capiranno finalmente che non devono “temere” di leggerci o di preparare post o commenti!) che hai fatto mettere sul sito della Società  a dimostrazione che entrambi lavorano per dare sempre più notizie ai fisiatri.
    Concordo con le parole di Silvano quando parla di TRASPARENZA, PARTECIPAZIONE ED INFORMAZIONE ed io aggiungerei IMPEGNO e SERIETÀ (ovvero per esempio saper dire che non si è d’accordo quando certi tavoli nazionali propongono “oscenità politico-economiche” e questo non tanto per noi ma PER I NOSTRI PAZIENTI).
    Non è facile ma penso che una Dirigenza raggiunga il suo obiettivo quando riesce a coinvolgere sempre di più la sua base e non solo i pochi addetti e quindi mi auguro che ci sia nel prossimo triennio un vento di reale democrazia dove si possono scrivere verbali senza censure e parlare, come dice Renato, apertamente in quanto, condivido le sue parole, i gruppi combattivi ed affiatati (affiatati non vuol dire però non poter esprimere il proprio pensiero) sono sempre espressione di IDEE e quindi poi di AZIONI. Le solitudini decisionali (a volte ci si circonda solo di yesmen e quindi nonostante le tante persone attorno vi è il rischio di una povertà intellettuale, tipica delle dittature) non fanno bene né al diretto interessato né al suo esercito.
    UN GRANDE IN BOCCA AL LUPO a TE ed ai tuoi stretti collaboratori
    Con affetto
    David

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