Una riflessione condivisa



di Fabio De Santis

Plaudo l’iniziativa dei colleghi Fletzer, Rovere e Ulliano che ha permesso di intraprendere un nuovo percorso culturale e condiviso della medicina riabilitativa.

Devo a loro la mia rinnovata iscrizione alla SIMFER, una Società Scientifica che amo, ma che necessita di nuova linfa vitale. Necessità che vedo affiorare leggendo gli articoli postati nel nuovo sito, carichi di passione e di orgoglio di appartenenza.

Reputo questo aspetto fondamentale nell’attuale momento storico, che vede la contrazione dei posti letto in ambito fisiatrico, nonostante un lungo ed estenuante accanimento, nel convincerci che governare posti letto di medicina riabilitativa significasse consolidare la nostra credibilità professionale.

Dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che per lunghi anni, abbiamo considerato i colleghi operanti nella medicina riabilitativa territoriale, come “figli di un Dio minore”, dediti a valutare e governare una disabilità minimale, che non poteva competere con una complessità clinico/assistenziale/riabilitativa, appropriata per un codice 56/75.

In questo “delirio gestionale”, abbiamo creato un divario culturale e professionale tra medici fisiatri, permettendo che il consolidamento, con relativo aumento dei pl in unità operative, sempre piu’ complesse, rappresentasse il volano di una disciplina scientifica sempre piu’ accreditata nei palazzi della politica.

Abbiamo strategicamente sbagliato indirizzo. In un rigoroso piano di rientro, specialmente in realtà regionali critiche, alla luce di un reale fabbisogno clinico, si sono depotenziate le unità operative, cancellati dipartimenti aziendali e interaziendali, ma cosa piu’ grave abbiamo perso il senso e l’orgoglio dell’ appartenenza.

E’ il rigore scientifico, la competenza, è il prendersi cura della persona nella sua totalità, che rende i fisiatri universitari, ospedalieri, territoriali, specialisti di una disciplina unica ed irripetibile.

Fondamentale ruolo rivestono le Scuole di Specializzazione, laboratori per la futura classe dirigente fisiatrica, indispensabili nella formazione a tutto tondo, colmando quel divario culturale e di visibilità professionale tra colleghi ospedalieri e territoriali.

Nella percezione di una ritrovata umiltà, nel rispetto dell’opera preziosa di grandi maestri, nella consapevolezza che lungo è ancora il cammino, possiamo onorare il lavoro eseguito, e possiamo consegnare ai nostri giovani colleghi una disciplina degna di essere amata, scevra da opportunismi personali, e attenta alla persona umana.

 

Fabio De Santis

 

 

 

 

 

 

 

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2 comments
  1. Caro Fabio
    Ti ringrazio molto per il tuo post sia per la condivisione della nostra riflessione che ci ha portato a creare questo sito, come luogo d’incontro di tutti i Fisiatri, ma anche perché il sito ti è servito a rinnovare l’iscrizione alla SIMFER, che amiamo tutti noi. Infatti alcuni colleghi hanno avuto la sensazione che avessimo creato un sito in opposizione alla SIMFER mentre invece l’obiettivo è esattamente il contrario, facilitando l’aggregazione di tutto il mondo fisiatrico nazionale e non solo, e le tue parole lo confermano.
    Non sempre abbiamo avuto le stesse idee e non sempre ci siamo trovati sulla stessa sponda per cui il tuo intervento sul nostro sito è ancora maggiormente apprezzabile e dimostra come si possano mettere da parte opinioni diverse per arrivare a confronti (quello che vuole raggiungere questo sito) che sono sempre UTILI in quanto nessuno ha la fonte della saggezza-giustizia-verità.
    Certo l’obiettivo è di combattere il “nonnismo” diffondendo le opinioni con uno spirito di TRASPARENZA e CHIAREZZA dando spazio ai giovani e non penso solo agli specializzandi (che comunque hanno uno stipendio, anche seppur non eccessivo) ma specialmente ai neo specialisti, spesso solo disoccupati o sfruttati come volontari o mal pagati, che devono a volte affrontare privatamente la “concorrenza di studi non medici” che hanno una normativa più semplice rispetto a quelli propri.
    Hai ragione nel leggere la passione e l’orgoglio di essere Fisiatri non solo in noi ma in tutti quelli che ci hanno contattato in questi pochi mesi o che hanno dato un contributo alla crescita del sito, come Tu con il tuo post.
    Sappiamo bene le difficoltà della Riabilitazione nel nostro Paese in crisi e che si manifestano maggiormente nelle regioni in piano di rientro da anni, come la nostra, anche se ho sempre pensato che nel Lazio abbiamo eccellenze, cliniche ma anche organizzative e gestionali, da cui possono prendere esempio anche Regioni o realtà virtuose ma sappiamo entrambi come spesso ci siamo dovuti sentire in vari gruppi di lavoro nazionali “cornuti e mazziati”, pur non rassegnandoci mai ad esprimere le nostre convinzioni od esperienze.
    La società civile sta cambiando radicalmente e la stessa Medicina si muove con passi da giganti e quindi hai perfettamente ragione a ricordare come le Scuole di Specializzazione devono diventare rapidamente dei laboratori dove la formazione dovrà repentinamente cambiare per adeguarsi alla vision del Fisiatra del prossimo decennio.
    Grazie e spero di rileggerti presto
    David

  2. Ho appena finito di preparare delle semplici slides per Bari sulla survey della sezione 24 ausili e teleriabiltazione : sono davvero felice di questo clima di unità e sostanziosa collaborazione, perchè ci consentirà di imparare tutti da tutti come ha detto De Santis e Fletzer e Mazzocco e tutti gli altri qui, ma come vogliono anche molti colleghi nella SIMFER che deve diventare il luogo della formazione e dell’accreditamento dei fisiatri veramente bravi, che – siccome sono bravi e attuali e aggiornati – verranno riconosciuti da sopra e da sotto, da destra e da sinistra. Speriamo. Non conosco quasi nessuno di voi perchè sono una di quelli che ha lavorato in svariati tipi di periferie, ma so che, come i disabili sono la parte più sensibile e veramente aperta alle novità della nostra società, così sono i fisiatri rispetto alle altre specialità. Speriamo
    Marina Capovilla

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